La mia formazione come terapeuta
Svolgo l’attività di Psicologo Clinico da oramai più di 15 anni, sia in regime libero professionale che attraverso collaborazioni con servizi pubblici. Attualmente sono Dirigente Psicologo presso l’Ausl della Romagna- occupandomi di psicologia penitenziaria e prevenzione del rischio suicidario e nel servizio LDV (Liberiamoci Dalla Violenza), centro di accompagnamento per uomini consultorio familiare di Forlì. Ho una formazione di base Sistemica Relazionale, conseguita presso l’Istituto Iscra di Modena, diretto dal dott. Mauro Mariotti neuropsichiatria infantile. Questo approccio terapeutico mette al centro dell’interesse clinico, lo sviluppo dei legami e gli intrecci relazionali del Soggetto all’interno della propria Famiglia di Origine.
Nasco e mi considero tuttora un Terapeuta Familiare. Ho dedicato gran parte del mio impegno professionale alla Tutela Minori e Famiglie, lavorando per più di 10 anni come Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia Romagna, a contatto con il Trauma Evolutivo e la Genitorialità Fragile. E specializzandomi in particolare nel settore Adozioni: adozioni in casi particolari e accesso alle origini adottive.
Nel tempo le storie dei miei pazienti, piccoli e grandi, mi hanno interrogato sui metodi e le strategie più efficaci per aiutare le persone a trovare soluzioni utili per affrontare i loro “fantasmi” personalissimi. Ho così integrato i miei studi seguendo una formazione specialistica di matrice Cognitiva Costruttivista, presso il SBPC di Forli diretto dal dott. Furio Lambrusch, nell’ambito di un Master in Psicoterapia dell’Età Evolutiva, finalizzata ad individuare percorsi di cura Evidence Based per minori con disturbi psicopatologici ed i loro genitori.
Durante l’arco del mio percorso formativo professionale ed umano, ho ritenuto necessario seguire un Analisi Psicodinamica Individuale condotta con il dott. Carlo De Panfilis, Psicoanalista SLP e AMP, e mantenere attivo uno spazio di Supervisione Personale, come spazio di controllo e verifica del mio operato clinico.
Nella clinica dell’incontro mi considero un terapeuta senza aggettivi. L’Incontro con l’Altro, portatore di sofferenza emotiva, ha maturato in me la condizione di una sospensione del giudizio ed una visione laica della relazione terapeutica.